I livelli di prevenzione
In questo articolo andremo a scoprire i vari livelli di prevenzione.
Partiamo dalla definizione di prevenzione, che è: “Un’azione diretta ad impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi”.
Questa è la definizione in linea generale, in ambito sanitario, più specificatamente, la prevenzione è “un complesso di misure utili a prevenire la comparsa, la diffusione e la progressione delle malattie e il determinarsi di danni irreversibili quando la patologia è in atto”.
Quindi, come si può facilmente evincere, la prevenzione è un insieme di misure ed azioni che deve essere fatta a monte.
In sanità esistono tre livelli di prevenzione: la prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
Andiamo a vederli uno ad uno più nello specifico.
Nella prevenzione primaria avviene di fatto la prevenzione dello sviluppo della patologia.
Le vaccinazioni, la consulenza riguardo il cambiamento dei comportamenti ad alto rischio e, in alcuni casi, la chemio prevenzione sono alcuni tipi di prevenzione primaria.
Nella prevenzione secondaria, la malattia viene riconosciuta e curata precocemente, spesso molto prima della comparsa dei sintomi, andando così a ridurre, anche considerevolmente, le conseguenze sfavorevoli della patologia.
La prevenzione secondaria solitamente può prevedere vari programmi di screening, oppure la ricerca di eventuali partner o conoscenti di una persona affetta da una malattia trasmissibile per via aerea (p.e. il covid-19) o per via sessuale (p.e. l’AIDS) e il trattamento di questi soggetti, qualora necessario, al fine di ridurre al minimo la diffusione della malattia.
Nella prevenzione terziaria, una malattia pregressa, solitamente di carattere cronico, viene tratta allo scopo di prevenire eventuali altri danni e complicanze che potrebbe causare.
Per esempio, la prevenzione terziaria del diabete è basata su un accurato monitoraggio della glicemia, frequenti esami dei piedi e da una costante attività fisica, tutto questo al fine di prevenire malattie di carattere cardiovascolare.
Un altro esempio, di prevenzione terziaria, che possiamo fare può riguardare un soggetto che è stato colpito da un ictus.
La prevenzione terziaria in questo caso potrebbe prevedere l’assunzione di aspirina per prevenire l’insorgenza di un secondo ictus.
La prevenzione terziaria, inoltre, può comprendere la possibilità di accedere a servizi riabilitativi o di supporto per migliorare la qualità di vita, come la riabilitazione dopo un incidente o un attacco cardiaco.
Inoltre, fa parte della prevenzione terziaria anche la prevenzione delle complicanze negli invalidi, come quelle delle piaghe da pressione nei pazienti allettati.