Chi è l’anziano fragile
Vediamo chi è l'anziano fragile e perché è considerato tale.

Negli ultimi anni la gerontologia ha introdotto il termine anziano fragile per indicare un soggetto che presenta uno o più delle seguenti condizioni:
- Stato di invecchiamento avanzato, una età di compresa tra i 75 anni e oltre.
- Un elevato grado di comorbilità (problemi clinici).
- Necessità di di una polifarmacoterapia complessa (problemi iatrogeni).
- Una situazione socio-ambientale critica (problemi sociali).
- Problemi assistenziali, che sono segnalati da degli eventi sentinella come un aumento della frequenza delle cadute e l’insorgenza dei problemi di incontinenza.
- Un elevato rischio di ospedalizzazione.
Tutte queste condizioni, che molto spesso coesistono, vanno a definire la fragilità ovvero vanno a delineare il paziente geriatrico con un elevato rischio di non autosufficienza.
Secondo studi recenti gli anziani fragili hanno mostrato il doppio del rischio di morte in 3 anni rispetto ai coetanei non fragili.
In questo specifico caso, quindi, lo scopo della geriatria è quello di andare a migliorare la qualità di vita, lo stato di salute e qualora sia possibile il livello di sopravvivenza attraverso la prevenzione dei danni iatrogeni, il miglioramento dell’approccio diagnostico ai problemi reversibili e potenzialmente trattabili nonché attraverso un migliore coordinamento interdisciplinare di terapia e di riabilitazione.
Tutto questo allo scopo di cercare di prevenire uno scompenso o la morte prematura e cercando anche di potenziare le capacità funzionali residue in modo da prolungare il più possibile il livello di autosufficienza dell’anziano.