In sintesi
- 🎸 Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883
- 📺 TV8, ore 21:30
- 🎤 Serie che racconta la nascita degli 883, l’amicizia tra Max Pezzali e Mauro Repetto e la musica italiana anni ’90, tra sogni, insicurezze e hit indimenticabili.
Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, Sydney Sibilia, 883, Max Pezzali, Mauro Repetto e la musica italiana anni ’90: sono queste le entità forti che stasera accendono la prima serata su TV8, con l’attesissima serie “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, che debutta con i primi due episodi in chiaro a partire dalle 21:30. Se sei cresciuto tra motorini e walkman o, semplicemente, ti piace perderti nei racconti di quelle favole pop che hanno colorato (e risuonato) nella provincia italiana, questa è la proposta da non perdere.
Gli 883 come non li avete mai visti: nerd, timidi, ma già eroi
Il focus della serie — creata da Sydney Sibilia, regista e autore vulcanico che ha ridisegnato la narrazione pop in Italia con successi come “Smetto quando voglio” e “Mixed by Erry” — è una vera lettera d’amore agli anni che hanno generato le hit da karaoke di ogni estate. E non solo per i fan hardcore: “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno” è un racconto universale sull’amicizia, sulle insicurezze, su quei sogni che alla fine, se coltivati insieme, possono davvero prendere piede.
Questa storia parte in sordina, tra le nebbie di Pavia, con un Max Pezzali (interpretato con sorprendente immediatezza da Elia Nuzzolo) che si barcamena tra la scuola e il negozio di fiori dei genitori, e un Mauro Repetto (un Matteo Oscar Giuggioli dallo sguardo sempre acceso) tutto fuoco ed entusiasmo, già proiettato verso un futuro da protagonista. Sullo sfondo, le difficoltà di provincia, i mix-tape che passano di mano, e la promessa — mai scontata — che la musica possa salvare.
Colonna sonora di intere generazioni
Non si può parlare degli 883 senza evocare le loro canzoni, che qui scandiscono le tappe del racconto tra nostalgia e groove: ogni episodio diventa una playlist vivente, ed è impossibile non emozionarsi (o canticchiare) quando partono le prime note di “Sei un mito” o “Nord Sud Ovest Est”. Il lavoro sulla musica è maniacale, sia nelle licenze sia nella scelta di cucire le hit originali alle tappe narrative. Mai fanservice fine a sé stesso: qui la colonna sonora è carburante della trama.
Regia visionaria di Sydney Sibilia e cast che fa centro
Se amate le storie di “underdog” — outsider che riscattano la propria vita coltivando le passioni giuste — la serie di Sibilia è una nuova medaglia d’oro per la serialità italiana: umorismo, ritmo, sguardo millennial ma con critica, nostalgia senza zucchero, e una freschezza nei dialoghi che non scade mai nella caricatura. Accanto ai due protagonisti troviamo Ludovica Barbarito nei panni di Silvia (la ragazza dei sogni di Max), Davide Calgaro come Cisco, oltre a personaggi-simbolo degli anni Novanta come Fiorello, Jovanotti, Maria De Filippi, Sandy Marton e ovviamente Claudio Cecchetto (interpretato dal granitico Roberto Zibetti).
- Curiosità nerd: molte scene sono state girate davvero nella provincia lombarda, trasudano autenticità e diventano un viaggio nella memoria per chi quegli anni li ha vissuti in presa diretta.
- Racconto generazionale: la serie alterna il punto di vista di Max (introspezione e razionalità) e Mauro (slancio visionario), creando un doppio binario narrativo apparentemente sgangherato, ma che rispecchia fedelmente la vera alchimia degli 883.
Il casting principale è una delle scelte più indovinate dell’anno: Nuzzolo e Giuggioli si muovono (e cantano) come i veri Pezzali e Repetto, regalando un realismo empatico che risulta magnetico sia per i boomer che per i neofiti.
Impatto, critica e nuovo revival
Quando è uscita su Sky, “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno” ha polverizzato ogni record, diventando la produzione originale Sky più vista di sempre e innescando un’ondata social di meme, discussioni e ricordi. La critica è stata quasi unanime: si parla di “nuovo esempio di serialità pop italiana di altissima qualità”, spesso accostata per impatto e scrittura a “Mixed by Erry”. Anche l’effetto nostalgia sugli spettatori più giovani è stato sorprendente: molti, nati dopo il picco degli 883, hanno scoperto quanto quelle atmosfere (walkman, provini, scooter, radio libere) fossero ricche di energia, ingenuità e poesia naif.
“Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” non è solo una serie musicale: è un manifesto di genialità italiana, un inno alle seconde occasioni, e la dimostrazione che si può fare racconto pop senza scadere nel patetico o nel bozzetto. È impossibile non chiudere la serata con il sorriso o, magari, con un ritornello in testa che dopo trent’anni fa ancora ballare. Stasera TV8 rilancia le origini della leggenda: siete pronti a cantare?
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